PlaceMaker

Nuovi spazi per un nuovo modo di lavorare

La rigenerazione della vita nei luoghi, fisici e digitali, valorizzando le vocazioni e le potenzialità di individui e community è diventata primaria in seguito alla Pandemia Globale COVID-19: per la prima volta un grande numero di spazi, di diverso uso e tipologia, è diventato sovrabbondante.

Questi temi sono stati affrontati nel 2021 dall’urbanista Elena Granata nell’omonimo saggio per Einaudi, e da Marco Bentivogli e Daniele Di Fausto in un articolo per il quotidiano “Il Sole 24ORE”.

“È tempo di passare da edifici a uso esclusivo e funzione univoca a luoghi fluidi, collettivi e polifunzionali, creando le condizioni affinché le persone possano incontrarsi con facilità, scambiare conoscenze ed esperienze e tenersi aggiornati.”

Credits: Giulio Einaudi Editore

Credits: Il Sole 24 Ore Editore

PlaceMaker: un Gioco Open Source

Per poter dare risposte ad alcune delle questioni sopra riportate, VOID ha ideato PlaceMaker, un Gioco Open Source che intende coinvolgere la comunità di Giocatori in un processo collettivo di ri-significazione di uno spazio. Non si tratta di un gioco competitivo ma di tipo collaborativo: è chiesto a tutti i Giocatori di trovare una soluzione di consenso sul problema dell’utilizzo di un determinato spazio: da una parte c’è il PlaceMaker, che stabilisce le caratteristiche dello “spazio-contenitore”, un budget, e facilita lo svolgimento delle diverse fasi del gioco; dall’altra i Giocatori che hanno a disposizione delle “carte-contenuto” e a cui spetta arrivare a una soluzione di equilibrio.

Attività ludica come strategia progettuale

Perché i giochi sono importanti per l’Architettura? Giocare è la possibilità di costruire ogni volta nuove realtà possibili, diverse da quelle che siamo costretti ogni giorno a vivere e che ci danno nuove armi per plasmare la realtà nella quale viviamo.

Attraverso Placemaker, quindi, si vuole proporre “un viaggio tra l’idea di gioco e quella di città, tra le spazialità di Playground reali e virtuali, tra giochi analogici e digitali per la costruzione di nuovi spazi urbani” (Perna, 2020) con il fine ultimo di delineare una strategia ludica da applicare per quegli spazi divenuti “sovrabbondanti”.

Regole del Gioco

Nel classificare i giochi da tavolo un fattore importante da valutare è la presenza o meno di elementi di diplomazia. Qualora esistenti vengono messi in campo una serie di qualità personali come la capacità di persuadere e l’abilità di mediazione.

A partire dal manifesto di gioco (spazio da ripensare) e dalle carte delle attività, i giocatori, coadiuvati dal PlaceMaker, verranno invitati ad immaginare uno spazio ibrido costruito su misura in base alle funzioni privilegiate dai partecipanti.
Il gioco si conclude con la selezione dello scenario che incontra l’interesse più ampio della comunità nel rispetto del budget disponibile.

Dall’Astratto al Concreto

Fuori dai ruoli del gioco, ci possono essere molteplici applicazioni pratiche: ad esempio, il PlaceMaker può essere una Pubblica Amministrazione che mette a disposizione uno spazio da rigenerare in maniera condivisa, i Giocatori gli Stakeholders che devono raggiungere un consenso di equilibrio in maniera flessibile e creativa.

Si tratta, in fin dei conti, di “dotare le città di nuove bussole che orienteranno gli Stakeholders di un comunità nella scelta dei luoghi e dei servizi più appropriati allo svolgimento delle proprie attività, in base alla propria agenda (tempo) e in funzione delle competenze attingibili nella relazione con l’ecosistema urbano di cui fanno parte (conoscenza)”.